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quinta-feira, 10 de setembro de 2009

A BAHIA (seconda parte)

(Bologna 1996)

...ma Bahia é la baiia
la cittá sulla baia
Salvador
la cittá che salva,
con il suo odor
la capitale dello stato di Bahia
é latesta che vede e parla
ed il ventre che ingoia
ingoia la bahia
e si sporge sulla baia
la baia di tutti i santi
...e fi tutte le sante
(compresa queela bambina)

Mi infilai in un mondo fatto di
colori profumati che mi irruppero dentro
come uno squarcio, come uno schiaffo,
una docciacalda, una carezza

le donne un po' puttane, esperte,
le puttane un po' sante, forti,
le sante un po' donne, aleggiavano.
Aleggiavano sicuramente,
ora ci credo come un demente,
le sante del Candomblé
ad ogni festa
ad ogni canto che lá c'é
e c'é, oh se c'é!

come un pazzo
un gringo preso al lazzo
per una vacanza da strapazzo
alla cazzo
ho il cuore dilaniato, assetato,
per la distanza in tempo e spazio
una distanza di oceano,
oh oceano!
che neanche lui mi lascierebbe sazio

ma
alla fine
la Bahia era un gelsomino
era Jasmine
una goccia di essenza multirazziale
distillata, per me, davanti ai miei occhi

si portava dentro una ombra araba
che, come il nero dei suoi capelli lisci, contornava
un corpo e delle labbra bahianamente bianco-negre

cameriera, camminava fra i tavoli
e i clienti che rimanevano anch'essi,
a guardarla, di legno

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